Se le finestre non sono curate chissà che casino all’interno.
Guardare una Baita in montagna è come osservare un quadro, ha un vissuto, una storia da raccontare. Ogni particolare rappresenta la persona o le persone che la abitano. Fiori, vasi, piante, sedie, tavoli, panche, finestre. Ogni parte dell’insieme dovrà essere in equilibrio con l’ambiente ma anche con la struttura stessa. Non puoi avere i vasi con i fiori belli rigogliosi e poi avere le ante, gli scuri in legno rovinati dalle intemperie. Quindi un buon padrone di casa si cura di tutte le parti in legno.
Prima ho provato ad usare la levigatrice, ma da subito mi sono accorto che la verinice messa e rimessa sugli scuri si staccava portando via pezzi importanti di legno. Un disastro. Non so fare tante cose, ma il legno è la passione che la mia famiglia è riuscita a tramandarmi. Non farò mai il falegname, anche se è meglio: mai dire mai. Ma se devo scegliere fra acquistare qualcosa di artefatto oppure scegliere un’essenza di legno per lavorarla e trasformarla in un mobile o un oggetto che mi serve, sceglierò sempre la seconda.
Quindi ho messo in conto un po’ di fatica in più ma anche delle vesciche.
Lavorare un legno vergine è bellissimo perché cede pezzi, segatura, si fa massaggiare, coccolare, dipingere; come se fosse un gatto da accarezzare. Ma un legno trattato male, invecchiato male, o con materiali scadenti; questo è una rogna e finché non lo riporti alla sua origine non riuscirai a farci niente.
Dopo aver saggiato la consistenza che era buona, ho deciso di usare un trucchetto che potrà tornarvi utile. Dopo aver carteggiato a mano prima con la carta 80 grammi più grossa e poi per rifinire con la 100 grammi, non ho tolto tutta la vernice perché si esfoliava. Quasi come quando ci scottiamo al sole e la nostra pelle si stacca. Ecco adesso l’obiettivo era chiaro: creare delle zone in cui far penetrare il nutrimento che si espanderà anche sotto alle zone dove non ho tolto tutta la vernice. Questo per garantire al legno una solidità e un irrobustimento proprio sotto alla vernice, così da non staccarsi in grandi dimensioni.
Poi ho trattato più volte la superfice con uno straccio imbevuto da olio rosso, una particolare sostanza che esposta al sole tende a far scurire il legno, ma ha la grande capacità di attrarre i raggi solari. Questo darà robustezza al legno e farà staccare naturalmente e da sola la vernice rimasta senza danneggiare il legno. Ogni tanto bisognerà passare lo straccio e rimuovere i residui di vernice, ma per l’anno prossimo la superfice sarà di nuovo pulita e allora sì che potrò completare il lavoro.